Mirto - Cenni Storici
Mirto è un piccolo centro abitato della provincia di Messina, con un territorio di 900 ettari ed una popolazione di 1200 abitanti.Il paese , secondo i più recenti studi, ricade nel territorio che si fa coincidere con quello che appartenne a “ Demenna “, la città di età bizantina che ereditò il ruolo ed il prestigio urbano dell’antico “ municipium “aluntino e che costituì il riferimento geografico medioevale della parte nordorientale della Sicilia, la quale venne appunto definita “ Val Demenna “.E’ certo che sin dall’età normanna ( 1183) il toponimo greco “ merto “ , riferito a quel luogo, sta ad indicare una precisa caratteristica ambientale, ( il mirto ) . Alla contea di San Marco appartennero i vari “ casali “ tra cui Mirto ed anche la “ Pietra di Roma “ antico fortilizio di età romana i cui resti potrebbero trovarsi ( così come scavi recenti potrebbero indicare ) in contrada “ Faccio Capri “ Nonostante le devastazioni della lunga guerra del vespro, tra il 1308 e il 1310 a Mirto vi sono tre Cappellani greci ed uno Latino. Durante il regno di Federico II Mirto sembra esercitare una sorta di supremazia sopra i “ casali “adiacenti. In seguito durante la metà del XIV sec. viene in possesso di Federico de Aloisio il quale ne dispone durante gli anni più turbolenti del baronaggio siciliano. Nel 1398 Mirto insieme ai “ casali” viene concessa ad Augerotto Larcan. Nel 1423 Riccardo Filangeri dimostra di possedere i “ casali “ tra cui Mirto. Dopo varie vicissitudini Mirto nel 1608 viene ricomprato da Pietro Filangeri cui sarà concesso il titolo di Principe.
Mirto è un paese che è vissuto in simbiosi con le risorse boschive del suo territorio Intorno alla fine del XIII sec.Mirto sembra che sia in grado di esportare soltanto suini, ciò che fa dedurre come vi sia una grande quantità di querce che producono ghianda.La produzione tuttavia caratterizzante, e che dona il nome al sito, è quella della mortella utilizzata nella conciatura.E’ comunque certo che all’inizio del XVI sec. si sia sviluppata la cultura del baco da seta che, assieme a quella del lino perdurò fino agli anni ’40 del XX sec.
Mirto è un piccolo centro abitato della provincia di Messina, con un territorio di 900 ettari ed una popolazione di 1200 abitanti.Il paese , secondo i più recenti studi, ricade nel territorio che si fa coincidere con quello che appartenne a “ Demenna “, la città di età bizantina che ereditò il ruolo ed il prestigio urbano dell’antico “ municipium “aluntino e che costituì il riferimento geografico medioevale della parte nordorientale della Sicilia, la quale venne appunto definita “ Val Demenna “.E’ certo che sin dall’età normanna ( 1183) il toponimo greco “ merto “ , riferito a quel luogo, sta ad indicare una precisa caratteristica ambientale, ( il mirto ) . Alla contea di San Marco appartennero i vari “ casali “ tra cui Mirto ed anche la “ Pietra di Roma “ antico fortilizio di età romana i cui resti potrebbero trovarsi ( così come scavi recenti potrebbero indicare ) in contrada “ Faccio Capri “ Nonostante le devastazioni della lunga guerra del vespro, tra il 1308 e il 1310 a Mirto vi sono tre Cappellani greci ed uno Latino. Durante il regno di Federico II Mirto sembra esercitare una sorta di supremazia sopra i “ casali “adiacenti. In seguito durante la metà del XIV sec. viene in possesso di Federico de Aloisio il quale ne dispone durante gli anni più turbolenti del baronaggio siciliano. Nel 1398 Mirto insieme ai “ casali” viene concessa ad Augerotto Larcan. Nel 1423 Riccardo Filangeri dimostra di possedere i “ casali “ tra cui Mirto. Dopo varie vicissitudini Mirto nel 1608 viene ricomprato da Pietro Filangeri cui sarà concesso il titolo di Principe.
Mirto è un paese che è vissuto in simbiosi con le risorse boschive del suo territorio Intorno alla fine del XIII sec.Mirto sembra che sia in grado di esportare soltanto suini, ciò che fa dedurre come vi sia una grande quantità di querce che producono ghianda.La produzione tuttavia caratterizzante, e che dona il nome al sito, è quella della mortella utilizzata nella conciatura.E’ comunque certo che all’inizio del XVI sec. si sia sviluppata la cultura del baco da seta che, assieme a quella del lino perdurò fino agli anni ’40 del XX sec.